Su questo blog abbiamo già affrontato il tema del lavoro agile, dello smart working, abbiamo parlato dei pro e contro del lavoro svolto da casa, della “rivoluzione” in atto in molte grandi aziende dove il lavoratore può lavorare da casa e abbiamo raccontato del caso American Express.
Torniamo oggi sull’argomento che è molto di moda in questo periodo. Da un lato vengono pubblicati dati aggiornati sul numero di grandi imprese che nel corso di quest’anno ha avviato progetti di smart working: il 17% con l’ 8% del 2014. A questo dato deve essere aggiunto un altro 17% che ha dato vita ad iniziative flessibili solo per alcune figure aziendali ed un altro 14% che ha avviato una fase esplorativa per introdurre in azienda lo smart working. – dati Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano -.
Il timore ora è che la rivoluzione si limiti alle grandi aziende, tra le piccole e le medie imprese infatti soltanto il 5% ha avviato progetti di smart working quest’anno ed inoltre i cambiamenti devo essere profondi e colpire l’organizzazione aziendale e non solo la sua parte superficiale.
Il lavoro agile vuole approcciare in un modo nuovo il lavoro, per rendere flessibili luoghi ed orari di lavoro, vuole dotare il personale aziendale di strumenti di condivisione, di tablet, politiche di orari flessibile, ma dovrebbe anche riguardare il layout degli spazi. Si rileva come nelle grandi aziende che hanno avviato politiche di smart working il 20% delle aziende è intervenuta sul layout fisico degli spazi, il 44% sulla flessibilità del luogo di lavoro, il 77% su social collaboration, l’82% su flessibilità di orario ed il 91% assegnando tablet e smartphone ai lavoratori.
E’ importante evidenziare come lo smart working non debba essere confuso con il telelavoro, quest’ultimo è caratterizzato dallo svolgimento della prestazione di lavoro al di fuori della sede aziendale, in genere presso l’abitazione del prestatore di lavoro, ma potrebbe anche essere svolto presso un coworking o un business center, nello smart working la prestazione è svolta secondo un progetto svincolato da orari e con risultati ed obiettivi predeterminati.
Spesso il telelavoro è stato visto come un demansionamento e sopratutto una modalità di lavoro applicabile a consulenti e collababoratori. Il governo con un ddl collegato alla Legge di Stabilità sta pensando di potenziare lo smart working, rendendo le prestazioni rese da casa o in ambienti di coworking uguali a quelle svolte in ufficio anche in termini di retribuzione e diritti. Promotore del progetto che si compone di 9 articoli, è il Professor Maurizio del Conte. L’obiettivo è ottimizzare la produttività, conciliandola con esigenze ed impegni dei lavoratori. L’assicurazione per gli infortuni, daccordo con l’Inail, dovrà coprire, come per il lavoro tradizionale sia il periodo di lavoro effettivo che il tragitto per raggiungere il luogo dove è svolta la mansione.
Il lavoro agile potrà anche supportare l’attività normale per alcuni giorni a settimana, mantenendo orari e retribuzioni.